Storia del metodo

La nascita del movimento montessoriano

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Il metodo montessoriano ha inizio da uno studio che Maria Montessori fa sui bambini con disturbi mentali. Solo in un secondo momento, il metodo si estende all’educazione di tutti bambini. Questo perché, Maria Montessori, vide che il suo metodo, applicato sui bambini con problemi psichici, aveva effetti stimolanti. Quindi pensa che, se applicato ai bambini normali, può ottenere risultati ancora migliori.

Alla base del suo metodo, la Montessori sostiene fermamente che il bambino ha bisogno di “libertà“. La libertà è necessaria al bambino per poter sviluppare la sua creatività, che già ha innata per natura, ma viene repressa dalle regole della società e dai continui interventi degli adulti. Da questa libertà nasce la sua responsabilità che ne porta la disciplina.

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La fondazione della prima Casa dei Bambini

Nel 1906, Maria Montessori viene ingaggiata da Edoardo Talamo per istruire i figli dei lavoratori nel quartiere di San Lorenzo, a Roma.
Nel 1907 fonda la sua prima “Casa dei Bambini“, utilizzando uno dei nuovi palazzi che l’istituto Romano Beni Stabili, diretto da Talamo, costruisce nel quartiere.
Questa nuova struttura viene sistemata e arredata in maniera tale che il bambino possa sentirla sua, ecco perché viene definita casa “dei” bambini. Fu la prima scuola nata, non per i bambini con handicap, ma per i figli degli abitanti del quartiere. Da qui l’inizio del diffondersi delle Case dei Bambini in tutta Italia e in Europa.
Col passare del tempo inoltre, il metodo Montessori ebbe talmente tanto successo da diffondersi anche a livello internazionale.
Intorno al 1920, Maria Montessori inizia ad interessarsi anche ai neonati. Decide di diffondere il suo metodo anche tra i piccolissimi. Cosi’ crea due luoghi distinti anche per loro: il Nido per i bimbi dai 2 mesi ai 15 mesi e la Comunità infantile per i bimbi dai 15 mesi ai 2 anni e mezzo.

Casa dei bambini

Il lavoro nelle Case dei Bambini

Il lavoro principale, che viene fatto nelle Case dei Bambini, è concentrato sul movimento del bambino e si sviluppa in esercizi metodici. Qui il bambino, ha la possibilità di entrare in contatto con un ambiente su misura e utilizza materiali creati appositamente per il suo sviluppo. Attività previste dal metodo perfezionano il movimento e sviluppano i sensi.

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Si propongono, ad esempio, le “lezioni del silenzio” dove si sperimenta la perfetta immobilità. Qui l’attenzione si fa spostare nell’ascolto del suono del proprio nome pronunciato dietro ad una porta. Il bambino cercherà di raggiungere la voce che lo chiama con movimenti coordinati e silenziosi per non urtare oggetti e disturbare quel silenzio.

Secondo la Montessori, il bambino deve essere libero di finalizzare una sua azione ad uno scopo specifico. Solo quando coordinerà da solo le sue attività e le assocerà a questo fine, sarà pronto per essere disciplinato.

Montessori metodo: la Psicologia Scientifica

Nei primi anni del 1900 si diffonde una corrente di pensiero sulla psicologia scientifica. Maria Montessori basa il suo pensiero pedagogico proprio sulla critica di questa corrente. Secondo la Montessori, infatti, non è sufficiente un’osservazione semplice con misurazione scientifica, per i bambini. Così introduce la scienza nel campo dell’educazione, ma per iniziare un’osservazione obiettiva. Quest’obiettività di osservazione si concentra sulla “scoperta” del bambino dell’oggetto e nella sua spontaneità.

Le nebule

Il bambino, durante l’infanzia, possiede una grandissima creatività. Per la Montessori, egli ha delle potenzialità grazie alle quali riesce a crescere spontaneamente in un ambiente. Qui assimila tutto quello che gli serve per il suo sviluppo mentale.

Esistono scientificamente dei periodi sensitivi, chiamati nebule, dove si sviluppano specifiche capacità. In questi periodi il bambino ha una vera e propria “mente assorbente .

Ad esempio, c’è il periodo sensitivo, che va dai 3 ai 4 anni, dove si sviluppa la motricità fine. In questa nebula, se stimolato dall’ambiente, il bambino può riuscire già ad impugnare perfettamente una penna o una matita, perché affina l’opposizione indice/pollice. Obiettivo della Montessori, quindi, è sviluppare le potenzialità del bambino, durante queste nebule, stimolando l’ambiente in cui si trova.

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Il suono del proprio linguaggio

Una fase molto importante del metodo Montessori, è scoprire e riconoscere i suoni del proprio linguaggio. Riuscire ad abbinarli al corrispondente segno alfabetico.

Il mezzo visivo aiuta ad analizzare i suoni delle parole. Scoprire le infinite parole, che si possono realizzare con le poche lettere dell’alfabeto, fa nascere l’interesse per apprendere la scrittura.

La Montessori, quindi, elabora delle fasi sequenziali di apprendimento dove abbina diversi esercizi, tecniche e strumenti. Così viene proposto l’insegnamento alla scrittura, lasciando lo studente ad esercitarsi e “fare esperienza” in autonomia.

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L’Educazione Cosmica

Quando inizia la guerra, durante il Fascismo, la Montessori lascia l’Italia. Il suo movimento è in netta contraddizione con l’ideologia fascista. Gira il mondo e per un periodo si stabilisce ed insegna in India. Entra in contatto con la natura e con la cultura indiana. Ciò ispira molto il suo pensiero e introduce nella sua metodologia il concetto di educazione cosmica (intorno al 1942). Quest’educazione mira al far nascere e sviluppare una conoscenza ed amore per la natura, gli animali, per la pace e la vita in sé. Viene introdotto nelle scuole il giardinaggio e dove possibile la cura di piccoli animali.

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La passione di Maria Montessori

Successivamente al 1942, il movimento montessoriano resta invariato. Maria Montessori pubblica moltissime opere e continua ad insegnare in tutto il mondo.
Diffonde la sua passione ed il suo “credo” nell’insegnamento ai bambini. Il futuro del mondo è loro.
Ai giorni nostri, questa metodologia d’insegnamento è ancora molto viva e presente. Viene adottata in moltissime scuole per l’insegnamento dei nostri bambini.

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