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Un aspetto molto significativo nel metodo Montessori, che ha ispirato profondamente e ha determinato le scelte della sua fondatrice, è la vita spirituale.
Maria Montessori, infatti, era molto legata alla vita religiosa e al suo significato.
Questo suo legame lo trasportò nella sua visione d’educazione montessoriana.
A parlare di quest’importante impronta religiosa nel metodo Montessori è il libro “La Vita Spirituale del Bambino” scritto da Tiziana Silletti.
L’intervista, che abbiamo fatto direttamente all’autrice e nostra abituale lettrice, potrà permettere di capire meglio di cosa si tratta.
“La Vita Spirituale del Bambino”: intervista all’autrice Tiziana Silletti
Come nasce il libro “La Vita Spirituale del Bambino”?
“La Vita Spirituale del Bambino” è un libro nato dalla mia esperienza di educatrice
presso una Scuola dell’Infanzia del mio paesino di collina in Basilicata, Pisticci, e dal
mio impegno quotidiano come responsabile di un Centro per Attività Socio –
Educative.
Qui, ogni giorno bambini e ragazzi di ogni età vengono aiutati e sostenuti
nei loro impegni, nelle loro difficoltà o nelle esigenze di ogni genere.”
Di cosa parla il suo libro?
“In questi anni attraverso il mio lavoro, e ancor di più da quando sono diventata mamma di Lorenzo, ho potuto osservare e studiare come ogni bambino o ragazzo nasconde in sé una spiritualità innata che spesso non viene aiutata a crescere e a venir fuori.
Ed infatti, secondo Maria Montessori, per poter salvare il bambino è necessario fare prima un passo fondamentale: modificare l’adulto.
Il mio libro cerca di spiegare come sia importante la spiritualità nella crescita del bambino e come sia un aspetto necessario per salvarlo dai suoi conflitti interiori e dalla sua vita psichica.”
Dove ha trovato ispirazione per scrivere il suo libro?
“Nel libro “Il potenziale religioso del bambino” di Sofia Cavalletti, fondatrice di un centro di catechesi infantile a Roma.”
Tiziana Silletti ci racconta del lavoro di Sofia Cavalletti
“L’esperienza di Sofia Cavalletti comincia 44 anni fa con bambini a partire dai 3 anni di età.
Basandosi su principi montessoriani, li porta a conoscere ed affrontare in modo diretto i testi della parola di Dio e della liturgia.
Il risultato è sorprendente: i bambini non solo accettano con gioia due ore settimanali di catechesi, ma hanno una risposta di vero e proprio godimento.
Sembra che nella figura del buon Pastore, la parabola che più di tutte li accompagna per i
sette-otto anni di catechesi, trovino un saldo appoggio, un rifugio sicuro, e attraverso di essa riescano a penetrare con semplicità le verità più profonde della fede.
L’esperienza si allarga. Dagli Indios in Messico agli Amerindi negli Stati Uniti, all’Europa centrale e Orientale, all’Italia… Bambini di tante sfumature culturali e classi sociali diverse reagiscono a questa catechesi con la stessa gioia e ricettività.
Nel suo libro “Il potenziale religioso del bambino” vengono riportati numerosi esempi di bambini di età inferiore a sei anni.
Questi bimbi, durante gli incontri di catechesi, mostrano reazioni e manifestazioni, soprattutto di preghiera, che non potevano venire fuori dal nulla ma che facevano pensare alla presenza di potenzialità e di un mondo interiore nascosto e poco conosciuto dagli adulti.
Dal punto di vista psichico infatti, il bambino attraverso l’esperienza religiosa (e in
particolare nel messaggio cristiano), trova l’appagamento di esigenze profonde
necessarie alla costruzione fisica, psichica e spirituale della sua persona.”
Cosa ha concluso da tutto questo?
“Tale lavoro ha un filo rosso conduttore e risponde alla domanda: il bambino può
essere accompagnato alla riscoperta della propria spiritualità?
Ciò che emerge è che il bambino sostenuto dagli adulti nella scoperta e nella riscoperta della propria spiritualità sarà sicuramente un bambino e successivamente un adulto felice.
Coltivare e sostenere la spiritualità del bambino è il modo migliore per renderlo più
felice e più sano. La certezza che non si può separare l’educazione spirituale e
religiosa da una educazione integrale della persona umana è indiscutibile, ognuno di
noi è unità di spirito, mente e corpo e il bambino ha necessariamente bisogno di
essere aiutato ed educato a tirar fuori da sé queste dimensioni che poi dovrà
imparare ad armonizzare.
Tale lavoro parte dal presupposto che educare sia un atto d’amore, come Papa Francesco ha sottolineato all’Assemblea della Congregazione per l’Educazione Cattolica; i bambini infatti ascoltano chi li vuol bene e non chi cerca di convincerli e, gli attori principali di tale compito sono la famiglia, la scuola, la Chiesa e la società.
Educare il bambino all’esperienza religiosa e iniziarlo al mistero cristiano vuol dire
aprire i suoi occhi e il suo cuore al mistero della vita.
Impedire tale esperienza significherebbe tradirlo nelle sue esigenze più profonde.
Maria Montessori, nel suo primo esperimento a Barcellona in tal campo nel 1915, osservò che a contatto con la realtà religiosa i bambini mostravano non solo «un senso graditissimo di gioia» ma anche «una nuova dignità» (M. MONTESSORI, I bambini viventi nella Chiesa, Ed. Morano, Napoli 1922, p. 15)
Oggi, si cerca di essere così attenti e rispettosi dei bisogni del bambino ma spesso, si
trascura la sua esigenza più profonda: educare il suo cuore, attraverso il quale egli
troverà la piena realizzazione di se stesso.”
- Silletti, Tiziana (Author)
Conclusioni
Ecco, spiegato dalla stessa autrice Tiziana Silletti, ciò che presenta nel suo libro “La Vita Spirituale del Bambino”.
Un libro che vuol guidare, chi lo legge, alla riscoperta di un mondo spirituale essenziale per una crescita sana e felice del bambino.