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Tra i grandi esponenti della pedagogia e dello sviluppo dei bambini del XX secolo non può mancare il famoso Jean Piaget.
I suoi studi, le sue ricerche e le sue affermazioni abbracciano i pensieri di molti importanti personaggi come Bruno Munari e Maria Montessori.
La sua teoria sullo sviluppo cognitivo e’ famosa in tutto il mondo e viene spesso applicata nell’educazione dei bambini.
Chi e’ Jean Piaget?
Pedagogista, psicologo, biologo, e filosofo svizzero, Jean Piaget è stato un personaggio di grande rilievo nell’educazione infantile.
Egli si concentro’ molto sullo sviluppo cognitivo e sulla psicologia dello sviluppo nel corso dell’età evolutiva.
I suoi studi e convinzioni interessano molto la stimata Maria Montessori e il famoso Bruno Munari. L’ammirazione e condivisione dei lavori di ognuno di questi personaggi è contraccambiata.
Maria Montessori viene spesso, infatti, menzionata da Jean Piaget per il suo grande lavoro iniziato sui bambini ritardati e poi esteso, con grande successo a tutti i bambini.
Lo sviluppo cognitivo del bambino di Jean Piaget
Durante i suoi studi e le suo attente osservazioni, Jean Piaget fece una grande scoperta: egli notò come, durante l’età evolutiva di un individuo, si possono scandire dei diversi ma ben precisi periodi in cui egli assimila, si accomoda, si equilibra e si rapporta col mondo esterno.
Si distinguono, in ogni persona, ben 4 periodi di sviluppo cognitivo. Periodi “standard” che si susseguono nello stesso preciso ordine in ugual maniera per tutti.
Questi periodi vengono contraddistinti come:
- periodo senso-motorio: dalla nascita ai 2 anni
- pre-operatorio: dai 2 ai 6-7 anni
- operatorio-concreto: dai 6/7 agli 11 anni
- operatorio-formale: dai 12 ai 15 anni
I quattro grandi stadi di sviluppo del bambino
Il bambino, durante la sua età evolutiva, vive e percorre 4 grandi stadi di sviluppo cognitivo. Jean Piaget descrive e specifica ben precisamente questi periodi.
Periodo senso-motorio (0-2 anni)
In questo periodo, il bambino esplora e si relaziona con l’ambiente attraverso i sensi e le capacità motorie che piano piano si perfezionano. Da semplici azioni di “riflesso” passa gradualmente ad un intenzionalità delle sue azioni, riuscendo a differenziare il suo corpo dagli oggetti esterni e dare uno scopo a quello che fa.
In questo periodo (più specifico tra i 18/24 mesi) si sviluppa il famoso senso di permanenza di un oggetto, inteso come la capacità di capire che un oggetto esterno esiste indipendentemente dalla consapevolezza di esso e che pertanto può muoversi, spostarsi, apparire e sparire secondo un’azione ben precisa.
Per alimentarne lo sviluppo, il metodo Montessori progetta e crea diversi materiali specifici, come ad esempio, la scatola per imbucare.
Periodo pre-operatorio (2-6/7 anni)
In questo stadio, compaiono il linguaggio, il gioco simbolico e l’imitazione differita.
Qui il piccolo inizia una fase di riconoscimento del sé, identifica i familiari e le persone che vede spesso, comprende la propria immagine riflessa nello specchio, sviluppa bene la parola.
Il bambino è in grado di utilizzare immagini, simboli, parole e rappresentazioni mentali attraverso un’imitazione differita.
Egli è capace, quindi, d’osservare e solo in un secondo momento, a distanza di ore o interi giorni, di riprodurre quello che ha osservato, conservando una rappresentazione interna di esempio da imitare.
Inizia il gioco simbolico. Un simbolo può rappresentare qualsiasi cosa per lui, anche se completamente diversa da quella che realmente è: ad esempio, una scatola può rappresentare un tavolo, una scopa un cavallo…
In questo periodo il gioco del bambino prevede il coinvolgimento di altre persone ma in lui prevale un egocentrismo intellettuale: non sa che ogni persona ha un punto di vista diverso di pensiero ma è convinto che tutti la pensino come lui e ne capiscano i pensieri.
Proprio per questo, vediamo bambini raccontare storie in maniera incomprensibile per l’ascoltatore. Si assiste ad una comunicazione senza connessione logica e ricca di libere associazioni.
Periodo operatorio-concreto (6/7-11 anni)
Nello stadio operatorio-concreto, assistiamo ad uno sviluppo cognitivo più complesso, dove prevale l’uso di operazioni mentali reversibili.
In questo periodo il bambino sviluppa comprensione e logica. I simboli, per lui prima utilizzati senza senso, vengono manipolati secondo una logica. Riesce a compiere operazioni mentali come sommare, sottrarre, dividere, moltiplicare, classificare, mettere in corrispondenza, tutto su basi concrete e dati tangibili.
Si acquisisce il concetto di reversibilità: l’effetto di un’operazione può essere annullata da un’operazione opposta. Un’immagine su carta, ritagliata in vari pezzi, può essere scomposta e ricomposta rimettendo i vari pezzi di carta vicini.
Il bambino riesce, man mano a comprendere le diverse quantità numeriche, lunghezze ed i volumi liquidi. Riesce a ragionare e comprendere come una tale quantità rimane la stessa anche sotto una forma diversa.
Periodo operatorio-formale (12-15 anni)
Qui le trasformazioni a livello cognitivo coinvolgono il pensiero che si sviluppa in attività mentali complesse e sopratutto astratte.
Dopo i 12 anni, infatti, il bambino riesce a creare dei pensieri astratti e crearsi un pensiero immaginario, ipotetico e deduttivo anche senza una reale esperienza. Fantastica su cose che potrebbero accadere. Crea da diversi pensieri delle conseguenze logicamente possibili creandosi degli schemi di pensiero soggettivi come ad un adulto. Secondo Piaget, infatti, questo periodo conclude lo sviluppo cognitivo della persona.
Un’educazione adeguata del bambino secondo gli stadi di sviluppo cognitivo
La conoscenza di quest’importanti stadi cognitivi di Piaget permette tutt’oggi, a livello educativo, di concentrare e scandire determinate azioni, attività e materiali in specifici momenti dove il bambino può assimilare e sviluppare tutto ciò che gli è veramente utile nelle varie fascia d’età.