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Maria Montessori riteneva che fosse sbagliato far associare al bambino un castigo ad un suo comportamento sbagliato.
Così introdusse il principio dell’autoeducazione Montessori.
Responsabilizzare senza rimproverare il bambino
Insegnare ai bambini un autoeducazione Montessori significa riuscire a responsabilizzarli, su un’azione sbagliata che fanno, senza l’utilizzo di un vero e proprio rimprovero.
Rimproverare il bambino attraverso urla, punizioni, sculacciate e spesso minacce non è il modo migliore d’intervenire se si vuole ottenere una reazione costruttiva e di crescita del bambino stesso.
Parlare e spiegare con calma, invece, il motivo di un comportamento sbagliato saranno alla base di un atteggiamento positivo.
L’autoeducazione Montessori
L’autoeducazione del metodo Montessori è sicuramente un sistema d’intervento molto più delicato rispetto all’educazione classica solitamente praticata.
Oltre all’uso di castighi si tende spesso ad utilizzare il sistema dei premi.
Prendiamo, come esempio, la classica caramella che viene data al bambino per fargli fare qualcosa che in quel momento proprio non vuole fare: “Dai entra nel seggiolino della macchina che ti do una caramella appena ti metto la cintura”.
La punizione, tanto quanto questo tipo di atteggiamento “a premi”, non permette lo sviluppo dell’autodisciplina Montessori.
Sono soluzioni che spesso vengono attuate dagli adulti perché sono sicuramente più sbrigative nel dare un risultato imminente. Tuttavia sono dannose, perché tolgono ai bambini la possibilità di responsabilizzarsi sul loro comportamento.
Così facendo, infatti, non pensano alle situazioni di disagio che creano con un loro comportamento.
Decidono di comportarsi male proprio per ottenere la reazione dell’adulto che darà un premio o una punizione.
Educare il bambino permettendogli di crescere
Trovare una soluzione ad un comportamento sbagliato del bambino attraverso l’autoeducazione Montessori è ovviamente più difficile d’applicare rispetto al semplice rimprovero.
Per riuscire ad evitare l’automatica reazione che si ha di fronte a dei capricci bisogna lavorarci seriamente.
La società in cui si vive, il lavoro, il tempo che si ha a disposizione, il carattere, l’educazione stessa impartita da piccoli, sono tutti fattori determinanti che rendono più o meno difficile l’eduzione dei propri figli secondo il metodo Montessori.
Di certo, però, non è impossibile!
Seguire l’autoeducazione Montessori: il grande ruolo dell’adulto
Per indirizzare i bambini liberamente verso una loro personale autoeducazione, bisogna fargli capire come e perché il loro comportamento, in un determinato tempo, è sbagliato.
Spiegare sempre, con calma e dedizione, ogni situazione di disagio che si crea aiuterà il bambino col tempo a capire che non si fa.
Anche spiegargli logicamente ciò che consegue un suo comportamento può aiutarlo a capire la situazione.
Facciamo un esempio pratico:
“Un bambino lascia in terra un giocattolo.
Lo ama particolarmente ma non ha nessuna intenzione di rimetterlo al suo posto, anzi tende a lanciarlo nella stanza.
Qui l’adulto deve intervenire chiedendo al bambino, in modo gentile, di raccogliere e/o non lanciare il giocattolo in quanto qualcuno potrebbe farsi male, inciampando o essendo colpito sul viso.
In questa situazione è possibile aggiungere anche una spiegazione logica per motivarlo: in terra qualcuno potrebbe calpestare il suo giocattolo e romperlo (stessa cosa nel lanciarlo contro il muro).”
Sicuramente non lo capirà la prima volta, ma il grande ruolo dell’adulto nell’educare i bambini è proprio questo.
Essere sempre pronto a dargli una spiegazione nel momento in cui si verificherà il suo comportamento sbagliato.
Dargli così la possibilità di capirlo e assorbirlo da solo, in modo tale da non ripeterlo più “liberamente” nel corso del tempo.
Ottenere dei risultati efficaci come naturale conseguenza
Il bambino ha bisogno di vedere e capire che le sue azioni hanno una conseguenza e un effetto negativo sugli altri per potersi responsabilizzare.
In base alla conoscenza, che deve già avere, del bene e del male comprenderà l’effetto negativo del suo atteggiamento.
Solo compreso questo, egli potrà orientarsi, liberamente e senza l’intervento dell’autorità dell’adulto, verso un comportamento corretto.
Non lo farà per paura di un castigo o per ottenere un premio ma perché semplicemente è “bene” comportarsi in un determinato modo.
La prima idea che il bambino deve apprendere, per poter essere attivamente disciplinato, è quella della differenza tra bene e male; e il compito dell’educatore sta NELL’ACCERTARSI che il bambino non confonda il bene con l’immobilità e il male con l’attività
Maria Montessori